La Famiglia Alpina di Duino Aurisina ha incontrato i protagonisti della 5 Camminata per i Bambini promosso dall'associazione Noi Con Voi.
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venerdì 25 aprile 2025
La Famiglia Alpina al fianco della Camminata per i Bambini
La Famiglia Alpina di Duino Aurisina ha incontrato i protagonisti della 5 Camminata per i Bambini promosso dall'associazione Noi Con Voi.
gli Alpini ricordati a Trieste per la Resistenza
In ricordo degli Alpini ricordati a Trieste per la Resistenza, di seguito alcune brevi biografie:
Di Mauro Depetroni Centro Studi Ana
ANATER ANGELO, Alpino, arruolato nell’Esercito di Liberazione, Caduto presso Altamura (BA) il 10 novembre 1944 nella CAMPAGNA D'ITALIA per la GUERRA DI LIBERAZIONE –
Una pietra lo ricorda nel Parco della Rimembranza di Trieste
BORSELLI BRUNO, Sergente Maggiore 5° Reggimento Alpini e nella Resistenza nella 1ᵃ Compagnia nella formazione dei Volontari Italiani Alpini, Caduto a Cormons (GO) il 6 ottobre 1944
KISS OSCAR Capitano degli Alpini, in forza alla divisione di fanteria Firenze dell’Esercito di Liberazione viene decorato di M.B.V.M.
SAPONELLO BRUNO – Sottotenente dell’8° Reggimento Alpini e nella Resistenza Partigiano Combattente, Caduto il 5 giugno 1944 nella zona di Treviso.
FONDA SAVIO ANTONIO Tenente Colonnello degli Alpini già decorato nella Grande Guerra di M.A.V.M. come Volontario Giuliano. Marito di Letizia la figlia di Italo Svevo, ebbe tre figli, Piero e Paolo (Alpini) Caduti al Fronte Russo e Sergio arruolato nella Guardia Civica.
Nell’aprile del 1945 Antonio Fonda Savio, comandante partigiano (col nome di battaglia Manfredi) di assumere il comando militare della Piazza di Trieste per il Corpo Volontari della Libertà ed il 30 di aprile guidò assieme a don Edoardo Marzari (comandante politico) l’insurrezione della città contro gli occupanti tedeschi. In quella occasione perse la vita anche il terzo figlio, Sergio.
Dopo il 1º maggio dello stesso anno, occupata la città dalle milizie comuniste jugoslave, si adoperò attivamente a rischio della propria incolumità in difesa dell'italianità di Trieste, contro le mire annessionistiche del vicino stato.
Il 2 maggio 2006 gli fu conferita la Medaglia d'Oro al Merito Civile alla memoria.
JACCHIA MARIO di famiglia triestina espulsa dalla città per attività irredentiste, si arruola come Volontario prestando servizio come ufficiale nel 6° Reggimento Alpini nella Grande Guerra durante la quale due volte ferito riceve al Valor Militare una Croce di Guerra, una Medaglia di Bronzo ed una d'Argento maturando il grado di Capitano.
Ebreo di religione, per le leggi razziali, viene radiato dall'ordine degli avvocati ed il suo studio di Bologna viene incendiato. Perseguitato antifascista, aderisce al Partito d'Azione. Ispettore e comandante delle formazioni partigiane del nord-Emilia. Arrestato il 3 agosto 1944 a Parma, a seguito di una delazione, è sottoposto a duri interrogatori e ucciso il 20 agosto 1944.
Gli viene conferita alla memoria la Medaglia d' Oro al Valor Militare per la Resistenza
Nobile figura di partigiano, fedele all'idea, che fu il credo della sua vita, fu tra i primi ad organizzare i nuclei di Resistenza contro l'oppressione nazi-fascista. Perseguitato per ragioni razziali, ricercato per la sua attività cospirativa e organizzativa, non desistette dall'opera intrapresa con tanto ardore. Nominato Ispettore Militare dell'Emilia, divenne in breve l'animatore del movimento clandestino della Regione, e, senza mai risparmiarsi, sempre rifulse per la forte personalità e per l'indomito coraggio dimostrato durante le frequenti missioni e i sopralluoghi rischiosi per meglio assolvere il suo compito. Sorpreso dalla polizia mentre presiedeva una riunione del suo Comando, veniva arrestato nel tentativo di distruggere tutto il materiale compromettente, compito che aveva assunto per sé, dopo avere ordinato ai suoi collaboratori di mettersi in salvo. Sottoposto a stringenti interrogatori si confessò unico responsabile e non pronunciò parola che potesse compromettere l'organizzazione. Dopo aver sopportato lunghi giorni di martirio, fu prelevato dal carcere e soppresso. Fulgido esempio di apostolo della libertà e di eroico sacrificio.
Emilia, 8 settembre 1943 - 20 agosto 1944
Una pietra lo ricorda nel Parco della Rimembranza di Trieste
giovedì 24 aprile 2025
80 anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale
Ad ottant’anni dalla fine del Secondo conflitto mondiale, mentre il mondo sembra aver tratto ben pochi insegnamenti dalla storia, ci accingiamo a celebrare il 25 Aprile.
Una celebrazione che assume una rilevanza se possibile ancora maggiore: la liberazione dall’oppressione nazi-fascista fu una azione corale, che portò in montagna quanti volevano garantire alla Patria un futuro di civiltà e democrazia: erano giovani uomini, col prezioso supporto di tante donne, provenienti dal mondo cattolico, dagli ambienti liberali, socialisti e dai reparti delle forze armate che si ribellavano al giogo delle dittature. Tra questi ultimi numerosissimi furono gli alpini: le testimoniano le 62 Medaglie d’oro al valore concesse alle penne nere che si batterono nella Resistenza.
Lo fecero tutti rischiando e soffrendo, ma soprattutto combattendo, perché l’aspirazione alla libertà richiedeva in quel momento anche le azioni più coraggiose.
L’Associazione Nazionale Alpini onora dunque la memoria di quanti lottarono per la libertà, rischiando, soffrendo, morendo. E lo fa consapevole che oggi più che mai i suoi valori di amicizia, fratellanza e solidarietà sono pilastri su cui reggere la convivenza pacifica e democratica, difendendola contro chiunque con qualsivoglia pretesto voglia opprimerla.
Un insegnamento che ci viene proprio da figure luminose di alpini, a cominciare dal Beato Teresio Olivelli, ufficiale alpino in Russia e partigiano tornato in Patria, andato incontro al supremo sacrificio nei lager nazisti.
Per questo ci stringiamo attorno ai nostri valori, ponendoci col consueto spirito al servizio delle nostre comunità. E issando il Tricolore su tutte le nostre Sedi, per onorare la Patria, che sa di poter contare sempre sulle penne nere.
Viva la libertà, dunque, viva l’Italia e viva gli Alpini.
Sebastiano Favero
Presidente dell'Associazione Nazionale Alpini
mercoledì 23 aprile 2025
lunedì 21 aprile 2025
IL PENSIERO A PAPA FRANCESCO DALL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI
L’Associazione Nazionale Alpini accoglie con immensa tristezza, unendosi al cordoglio mondiale, la notizia della morte di Papa Francesco. Instancabile assertore dei valori della pace, della solidarietà e della convivenza tra i popoli, il Sommo Pontefice ha sempre dimostrato affettuosa vicinanza al mondo degli alpini.
Lo aveva confermato solennemente nell’udienza concessa alle penne nere in Vaticano nel febbraio del 2022, in concomitanza con il 150° anniversario di fondazione del Corpo degli alpini.